COMUNICARE CON L’INCONSCIO – Per capire a che gioco giochiamo
Da un po’ di tempo seguo i lavori di Stefano Benemeglio, fondatore delle Discipline Analogiche, che hanno il grande pregio di codificare le comunicazioni con l’Inconscio, anche in maniera diretta.
Nel mio lavoro ho riscontrato una grande utilità nell’avere la consapevolezza di poter decodificare dei segnali corporei istintuali e incontrollabili come comunicazioni di “gradimento” oppure di “rifiuto” dell’Inconscio.
Sono infatti sempre alla ricerca di comprendere quali sono i progetti inconsci che spingono le persone a determinati comportamenti, specialmente quelli ripetitivi, come spiego nel mio e-book Sulla ruota del criceto.
Se esiste una discrepanza (e spesso esiste) tra ciò che cerchiamo di perseguire razionalmente ed il nostro “progetto” inconscio, è importante avere degli strumenti per poter uscire dall’impasse e analizzare il fenomeno attraverso un’altra ottica.
Faccio un esempio esemplificativo: è piuttosto frequente incontrare persone che hanno problemi di sovrappeso e che si sono sottoposti a svariati trattamenti e regimi dietetici per riscontrare anche dei buoni risultati, inizialmente, ma finendo sempre per riprendere i chili persi e aver bisogno di una nuova “ricetta” (possibilmente miracolosa).
Dal mio punto di vista, se il fenomeno si ripete troppo frequentemente allora le spiegazioni razionali non reggono più: si tratta di una strategia inconscia della quale, per ora, non conosciamo le motivazioni. Vale a dire che l’obiettivo inconscio di queste persone è quello di eseguire il giochetto (sovrappeso – dieta – iniziale miglioramento – ripresa del peso – bisogno di una nuova ricetta) e non quello di dimagrire, come razionalmente credono. Ciò si intende da un punto di vista fenomenologico: sarebbe poi da considerare qual è il motivo per cui hanno bisogno di stare nel giochetto, e qui le spiegazioni variano da persona a persona, ed è proprio in questo ambito che ci vengono in aiuto le teorie e le tecniche di psicologia analogica.
Decodificando i segnali inconsci, tramite un accurato lavoro di indagine e deduzione, possiamo arrivare ad identificare i bisogni profondi che spingono una persona a coinvolgersi in giochi come quello sopra descritto.
Gli Ipnotisti Analogici arrivano addirittura ad interrogare direttamente l’Inconscio della persona, con delle domande che possono avere delle risposte diadiche, sì o no, attraverso le quali si arriva ad avere delle informazioni dettagliatissime: l’Inconscio infatti risponde sempre, attraverso dei movimenti corporei che sono analoghi a delle risposte verbali.
Nell’esempio sopra riportato le persone il cui inconscio venisse interrogato in questo modo, quasi sempre scoprirebbero che Esso non gradisce che dimagriscano! Se non fosse così, una delle tante strategie adottate avrebbe funzionato in maniera permanente: può sembrare sgradevole, ma prima ci si “arrende” all’evidenza delle cose e prima si può porvi rimedio.
Scoprire cosa l’Inconscio sta cercando attraverso il meccanismo ripetitivo circolare ricerca di dimagrimento- iniziale giovamento-fallimento-nuova ricerca restituisce libertà all’individuo: non dovendo più inseguire una chimera, bensì la soddisfazione del bisogno profondo, il sovrappeso perderebbe significato simbolico e si aggiusterebbe da sé.
Questo è il vantaggio che traggo nella mia pratica clinica dalle conoscenze analogiche: smascherare i meccanismi perversi e aiutare le persone ad acquisire maggiore libertà.
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