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05 Apr

ME MESCHINO, ME TAPINO! Il vittimismo come ancora di salvataggio: secondo appuntamento della PSICOTECA

  • By Tiziano Gamba
  • In BLOG, PSICOPATOLOGIE, SINTOMALOGIE, TEORIE E TECNICHE TERAPEUTICHE

È con grande piacere e un po’ di emozione che mi accingo, dopo la tappa dedicata al Tribunale fai-da-te, a proseguire il cammino della Psicoteca: un gioco che va in profondità, su tematiche che incontriamo tutti i giorni.

E, ne sono certo, sarà capitato a ciascuno di noi di incontrare delle persone “lamentose”: e non intendo qualcuno che, estemporaneamente, ha un buon motivo per lamentarsi e lo esterna.

No, io intendo quelle persone che hanno sempre un (a dir loro) buon motivo per lamentarsi e che creano una certa atmosfera intorno a loro: quella inspiegabile voglia, cioè, qualunque sia l’affetto o la profondità di rapporto che ci lega a loro, di scappare a gambe levate!

Alcuni pensieri che ci fanno visita in tali occasioni potrebbero essere riassunti più o meno così:

  • Che noia, che palle, dice sempre la stessa cosa… –
  • Oh, no, adesso attacca con la solita lagna…-
  • Se non fosse (a piacere, padre, madre, figlio, figlia, parente, amico… un legame stretto, insomma) … non starei certo qui ad ascoltarlo. –
  • Non ne posso più! –

Perché ci capita di pensare delle cose così brutte su persone cui magari vogliamo molto bene e che, a quanto ci stanno esponendo, soffrono molto? Non è un caso che spesso queste persone ci fanno anche sentire in colpa, e questo aumenta il fastidio che proviamo nei loro confronti: non è vero?

Il fatto è che, contrariamente a coloro che hanno avuto un evento spiacevole estemporaneo, e che quindi se ne lamentano, i “lamentosi in eterno” non attivano in noi una vera e propria empatia: i nostri sentimenti nei loro confronti (o, se non sono nostri legami stretti, semplicemente la buona educazione) ci obbligano a starli ad ascoltare ma non sentiamo, non condividiamo la stessa sofferenza come magari ci succede con la persona cui è successa una cosa brutta una tantum.

Siamo cattivi noi? È la semplice ripetizione che ci dà noia?

No: sono gli inconsci che si parlano. Sì, la nostra Istanza Emotiva (consiglio di ripassare quanto esposto nel mio e-book “Sulla ruota del criceto”) comunica con la loro, ad un livello profondo, che non riusciamo a comprendere razionalmente, ma che percepiamo benissimo! E quindi ci viene rimandata una sensazione di fastidio perché ci viene comunicato che quanto ci viene riportato, in qualche modo, “non è del tutto vero”; serve invece a qualcosa d’altro, che non siamo in grado di identificare e in una certa misura ci sentiamo presi in giro, usati, manipolati. Questo genera il fastidio, e, siccome non lo possiamo giustificare razionalmente (il fastidio, intendo), allora scattano pure i sensi di colpa: così l’irritazione aumenta!

Ora, forse da questo discorso introduttivo si potrebbe essere indotti a pensare che io voglia impostare la seconda tappa della Psicoteca su una sorta di manuale di autodifesa rispetto a quelle mine vaganti, quei vampiri energetici che sono le persone che si lamentano ad oltranza.

Sbagliato: il punto principale di questo discorso consiste nel fatto che, a volte, per periodi più o meno lunghi, in modo specifico (su un solo o su pochi argomenti) oppure generalizzato (su tutto!), quelle persone SIAMO NOI! Ve le ho fatte vedere “da fuori” perché sia chiaro l’effetto che fanno, e, di conseguenza, l’effetto che facciamo NOI quando diventiamo tali.

Questo è più difficile da accettare, vero? Il fatto che anche noi, per periodi più o meno lunghi, su un solo settore o circa tutto lo scibile della nostra esistenza, diventiamo delle piattole così sgradevoli: è vero, è difficile da accettare, ed è per questo che possiamo stare certi che lo sia anche per gli altri! Quando incontriamo un “lamentoso perenne” non dovremmo cedere alla tentazione di credere che egli/ella sappia di esserlo: perlopiù vi dirà che non è colpa sua se gli tocca vivere una situazione così sfortunata, e che se fosse per lui/lei, se dipendesse dalla sua volontà, cambierebbe le cose e smetterebbe volentieri di lamentarsi.

Ecco: non è vero. Non è vero per gli “altri”, quando ne incontriamo qualcuno, ma la cosa più importante da tenere presente è che non è vero nemmeno per noi, quando diventiamo noi quel tipo di persona.

Non è vero per lo stesso motivo per cui non proviamo una vera empatia (anzi, ci dà un po’ fastidio) di fronte alle lamentele reiterate ancora ed ancora: attenzione, allo stesso modo, come detto, non è vero nemmeno per noi!

Che cosa succede, invece? Succede che la lamentela è una modalità per raggiungere degli obiettivi: tali traguardi non sono facilmente identificabili, e il più delle volte non sono compresi razionalmente nemmeno dai protagonisti stessi. Se viene perseguito un bisogno inconscio, del resto, è abbastanza ovvio che non vi sia consapevolezza: cionondimeno il meccanismo funziona benissimo, altroché. Potete trovare dei classici esempi ne “Sulla ruota del criceto”, come quello relativo alle persone che trovano sempre il partner sbagliato: stanno replicando un modello che “nutre” la loro Istanza Emotiva, ma non lo sanno, e, lamentandosi, creano i presupposti perché il circolo si ripeta (è più semplice trovare la persona “sbagliata” lamentandosi: nell’e-book trovate il dettagli delle procedure di pensiero “classiche”).

Quello che mi prefiggo con questo secondo appuntamento, è di riuscire ad estrapolare i meccanismi che ci intrappolano nella gabbia della lamentela, proprio quando siamo noi a diventare dei professionisti della stessa, non sempre consapevoli.

Tratterò settori esistenziali come i rapporti di coppia, le relazioni in generale, l’autostima e le somatizzazioni, nei quali la lamentela può diventare un fattore strumentale e fuori controllo, che indebolisce notevolmente la nostra sensazione di benessere.

Seguitemi sulla mia pagina Facebook, nella quale inserirò pillole relative ai temi sopra accennati.

Se la questione è di vostro interesse e avete una certa urgenza, ci sono dei modelli di intervento già pronti come lo stage “Il Meglio del peggio di te“, dove queste tematiche sono sviscerate e affrontate con successo. Inoltre, essendo un percorso di gruppo, diventa più piacevole e coinvolgente.
Per la diretta, invece, ci vediamo Lunedì 30 Aprile, alle ore 21.00.
A presto!

Tags:emotivitàinconscioPsicoteca
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Tiziano Gamba

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